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245Al di là dell'Agnello lo sguardo s'indirizza verso la "PORTA DELLA LUCE" che conduce al Padre della luce. Essa è contornata dalla stessa pietra con cui è forgiato l'Agnello e la sua larghezza corrisponde esattamente a quella della figura scolpita dell'Agnello stesso: Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo (Gv 10,9).
 
Il passaggio attraverso la porta è sufficiente per una persona alla volta. Ognuno deve, infatti, decidersi liberamente, con gioia e responsabilità. L'importante è rimettere la vita nelle mani del Pastore, e morire a se stessi. Allora attraverso di Lui si entra nella vita nuova con il Padre.
 
“Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna” (1Gv 2,23.25).
 
A proposito delle pecore Gesù dice: Io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,26b-30).
Chi dona completamente la vita a Gesù come offerta d'amore, consegna al Salvatore la propria libertà affinché egli la sciolga dal potere di Satana e da tutte le sue opere. Satana non può tentarlo più di quanto Dio permetta, perché il Verace lo difende.
 
Il Signore regna nell'anima che si offre, la risveglia, la risuscita a vita nuova. In essa vive e agisce per liberare anche gli altri. In questo modo Dio trionfa dentro e tramite l'anima offerta, per distruggere le opere del diavolo (1Gv 3,8b). Non appena l'anima si abbandona sinceramente al Salvatore, può sentire come le grazie arrivino immediatamente.
 
244Per entrare nella casa del Padre si deve attraversare, insieme all'Agnello, il TUNNEL. Occorre morire a se stessi. Chi muore a se stesso, come Maria, come gli apostoli, cammina nella luce della fede, della speranza e della carità, anche quando attraversa la valle della morte (cfr. Sal 23); è guidato dallo Spirito Santo ed è preceduto dal Pastore che lo conduce al Padre.
 
E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce (Gv 10, 4).
 
Maria è una perfetta discepola del Signore, ha ascoltato la sua voce e con Lui è entrata nella gloria del Padre. La Vergine ha compreso la strada perché ha offerto tutto a Dio: il suo Figlio, la sua vita e tutti i suoi figli. Per questo lo Spirito Santo ha potuto guidare la sua vita.
 
In Maria e con Maria andiamo anche noi cantando il canto nuovo: “Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati” (Ap 15,3-4).